lunedì 21 luglio 2014

In viaggio: Agosto 2011- Francia on the road – parte II° - Normandia


Ci eravamo lasciai al Camping des Grenouilles, alle porte di Rouen, nella puntata precedente. Dunque la mattina seguente è stata interamente dedicata alla visita della splendida città di Rouen.
La città è divisa in due dalla Senna: sulla riva destra la città antica, sulla sinistra quella moderna (che in verità è poco interessante).
Rouen è la patria di Monet e dei pittori impressionisti. Essi erano affascinati da come la luce del giorno creasse immagini diversissime a seconda continui mutamenti metereologici… e infatti il tempo in Normandia non è mai a senso unico: non c’è sole senza nuvoloni che l’oscurano d’improvviso, e non c’è pioggia così fitta da non lasciare spazio a un raggio di sole.


La cattedrale della città è quella famosa chiesa che ricorre in una serie di dipinti, nelle varie ore del giorno. 




Come le altre cattedrali del Nord della Francia è in stile gotico fiammeggiante, i portoni, le facciate e le torri sono riccamente decorati. E anche l’interno non è da meno. 
Qui riposano ospiti illustri. 


Il Palais de Justice, luogo della prigionia di Jeanne d’Arc è uno dei più begli esempi di architettura gotica civile, coi suoi pinnacoli intrecciati e le chimere che ne ornano le pareti.



Place du vieux marchè, che oggi è un luogo incantevole, è il luogo dove fu giustiziata. Dove fu eretta la pira oggi sorge la moderna chiesa a lei dedicata. 



"La tomba degli eroi è il cuore dei vivi"



Oltre alla cattedrale di Notre Dame, vi sono a Rouen altre splendide chiese, come Saint Maclou e l’abbazia di Saint Ouen, e l’Hotel del Ville, coi suoi stupendi giardini. Ovunque la città offre splendide viste, con coloratissimi edifici dall’aria retrò e le travi a vista, oltre a tanti, tanti fiori. 









Lasciata la capitale normanna ci siamo diretti verso la costa.

Fécamp, apprendiamo, è anche il luogo in cui il duca Guglielmo, reduce dal trionfo di Hastings che l’aveva fatto re d’Inghilterra, sbarcò nella sua terra d’origine e festeggiò la conquista del nuovo regno con un solenne e magnifico banchetto.






A Etretat sosta d’obbligo per ammirare le famose candide falesie.








Le Havre… una città mezza turistica e mezza industriale… è lo sbocco sul mare della capitale.




Pont de Normandie (a pedaggio, ma gratuito per le moto): attraversa l’estuario della Senna, collegando la Bassa Normandia al Calvados. È il ponte sospeso con la maggiore campata al mondo: 850 metri di lunghezza e 60 di altezza. 





Deauville, città balneare e alla moda… 




Pensavamo di accamparci qui, in uno dei tantissimi campeggi, ma abbiamo trovato difficoltà impreviste. Di campeggi ce n’erano sì tantissimi… ma sono tutti esauriti. Stessa musica per chambre d’hotes e alberghi. Alla fine dopo aver vagato a lungo senza, quando era già buio, abbiamo deciso di accamparci all’esterno di uno dei tanti campeggi (naturalmente esaurito pure quello), nel parcheggio ospiti.
Di tutti i camping dove abbiamo soggiornato durante il viaggio, questo si merita senza dubbio la palma del più economico: 0 euro per due persone e due moto… senza uso servizi (ma c’erano delle rigogliose siepi a bordo strada). 



La mattina dopo visita a Caen. La città è stata parzialmente distrutta dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale, ma presenta ancora scorci molto belli, e le tipiche costruzioni in pietra “bionda”.







Camping de la reine Mathilde a Etreham, dove ci siamo fermati per due giorni.


La Regina Matilde

Qui subito la difficoltà nel piantare la tenda… Nel post della prima puntata avevo detto che avevamo con noi de tende: una media da tre posti (la tenda verde), e una piccola e monotelo (la tenda grigia). La ragione era che prevedendo molte soste sotto l’acqua era così possibile montare e smontare in fretta, avendo sempre una tenda asciutta a disposizione.
Ma la tenda verde, quella “grande”, che già ci aveva dato qualche problema a Roumare, poi ha ceduto del tutto: i paletti sono diventati inutilizzabili. Avevamo sempre quella piccola… che però era  piccola davvero… o ci stavamo noi o ci stanno i bagagli... e quando piove questo non è bello. Ma ecco, un’idea geniale: perché non mettere la piccola con sopra il telo della grande, in modo da avere delle comode verandine davanti e sui lati, per poter riparare un po’ i bagagli? Ed ecco pronta la nostra tenda “Frankenstein”. 




A Bayeux c’è un bel centro storico con una magnifica cattedrale gotica.





Ma soprattutto l’arazzo detto della Regina Matilde, al centre Guillaime le Conquerant a Bayeux. 


Nave vikinga monta la guardia al centro Guillaume le Conquerant


L’arazzo fu fatto realizzare da Guglielmo (o da qualcuno della sua famiglia) per celebrare e raccontare ai suoi sudditi, che per la grandissima parte non sapevano né leggere né scrivere, le vicende della trionfale campagna al dì là della Manica e la conquista del regno d’Inghilterra. Si tratta di una striscia di stoffa alta 50 cm e lunga 70 metri. Non è propriamente un arazzo, ma una striscia di lino, sulla quale sono ricamate le scene ralative ai fatti salienti della conquista, in un crescendo trascinante, che culmina con le scene della battaglia, del trionfo e dell’incoronazione del principe normanno.




 Ogni scena porta una breve didascalia in latino. Veniva esposto al pubblico in occasione di festività, forse c’erano dei bardi o cantastorie che accompagnavano le immagini col canto e con la musica. Un modo originale e vivissimo di raccontare eventi, nel quale molti hanno visto l’antenato medievale dei moderni fumetti. Si tratta anche di una fonte importantissima per gli storici, in quanto rappresenta una sorta di “fotografia” degli usi e costumi del suo tempo. Da notare che Guglielmo viene sempre rappresentato come un personaggio nobile, fiero, valoroso... mentre il suo rivale Aroldo ha tratti quasi caricaturali.

Un salto di un migliaio di anni ci porta a un altro sbarco e ad altre sanguinose battaglie, ma sulla costa opposta, sulle spiagge di Normandia.
Ci sono moltissimi musei dedicati alle vicende della seconda guerra mondiale in questi luoghi, così come ci sono moltissimi cimiteri di guerra (reperti e cadaveri non mancavano di certo) ma il principale, il più ricco e completo è il Museé du debarquement di Arromanches les bains. 
Sulla riva del mare sono stati lasciati intenzionalmente i resti dei pontili da cui scendevano i mezzi militari alleati, e armamentario bellico in gran quantità.





All’interno, oltre ai reperti originali, una gran quantità di plastici e modellini che ricostruiscono le modalità logistiche della complessa operazione, e salette nelle quali si alternano in varie lingue filmati illustrativi.


Lungo la costa normanna è possibile anche seguire un percorso guidato, segnalato dai cartelli con la colomba della pace, che conduce attraverso i luoghi dove si svolsero i fatti salienti del D-Day.

Il più interessante è probabilmente Omaha Beach. 



Sembra una spiaggia come tante....
Un bunker tedesco


Da qui si accede al cimitero militare americano (bè… uno dei tanti). C’è anche un grande memoriale, nel quale vengono esposte continuamente foto e filmati, e una voce registrata scandisce senza sosta i nomi dei soldati caduti in battaglia in un elenco che appare infinito.
Il cimitero è come quelli che abbiamo visto in tanti film: candide croci disposte su file parallele, ordinatissime, interminabili, e ogni tanto una stella di David nel mezzo. Niente distinzioni di grado, solo nome e cognome: la morte rende tutti uguali, ufficiali e soldati semplici. C’è un tempietto con una statua che rappresenta credo la Pace, e una grande vasca colma di variopinte ninfee.








A qualche decina di km, a La Cambe, il cimitero militare tedesco (anche questo uno dei tanti) si presenta in modo molto diverso. Le lapidi sono orizzontali, dei quadrati di pietra grigia sagomati come croci. Ogni lapide due soldati (evidentemente c’erano in giro più morti che spazio per seppellirli). Le lapidi sono intervallate da gruppi ornamentali costituiti da file di cinque croci, anch’esse in pietra grigia. Nel mezzo una collinetta da cui domina un grande crocifisso di pietra.







Un mezzo corazzato lungo il percorso




notare le proporzioni dello scarico della Bandita ... della serie: tu ce l'hai grosso ma pure io non scherzo.


Cena bagnata in campeggio


Ultimo tratto di Normandia: verso Mont Saint Michel


Notare le pale eoliche sullo sfondo



Mont Saint Michel. 




C’è la bassa marea, e fa un po’ meno impressione. Per arrivarci si imbocca una strada in mezzo al niente (in mezzo alle acque in altri orari), che porta fino al parcheggio obbligato. 2 euro per le moto. 
Ancora un tratto a piedi… e poi inizia la salita. L’antica abbazia intitolata all’Arcangelo Michele si trova sulla sommità dell’isolotto roccioso. 



Tutto intorno un borgo che ricorda prepotentemente le sue origini medievali: ristoranti con finte armature esposte, negozietti dove acquistare spade e balestre come souvenir, bar che si presentano con l’aspetto di antiche taverne… e soprattutto esercenti furbacchioni, pronti ad approfittarsi dei turisti, come probabilmente i loro antenati facevano con i pellegrini secoli prima.
Arrivare all’abbazia è tutto un tormento di rampe e scalinate ripide e strette. Arrivati alla biglietteria sono decisamente in debito d’ossigeno.




 Qualche istante per riprendere fiato, e poi inizia la visita, attraverso le cappelle, i camminamenti, i refettori e le sale di scrittura dove dimoravano i monaci benedettini. 




Terminata la visita, si riparte e si passa il confine regionale della Bretagna. 
Sosta a La Richardais (camping municipal), sotto la pioggia a dirotto.
Nella prossima puntata Saint Malo e il resto della Bretagna… con qualche imprevisto brillantemente superato!

Le mappe del viaggio:

Mercoledì 10 agosto 2011 – Rouen – Fécamp – Etretat – Deauville - km 265
Giovedì 11 agosto 2011 – Caen – Bayeux – Etreham - Bayeux - Etreham - km 128 (quasi tutti intorno a Bayeux)


Venerdì 12 agosto 2011 - Bayeux – Arromanches le Bains – Saint Lo – Bayeux - km 202 
Sabato 13 agosto 2011 – Bayeux – Mont Saint Michel – La Richardais – 219 km