mercoledì 15 aprile 2015

Gennaio 2015 - Winterbikers a Faenza


Un  post un po' fuori stagione, perchè ormai siamo a primavera inoltrata, e io invece vi racconto ancora di raduni invernali... portate pazienza, devo ancora rimettermi al passo con la stagione.
Il raduno dei Winterbikers di Faenza è uno dei miei preferiti... un giorno vi parlerò dell'Elefantentreffen, magari addirittura in prima persona... ghiaccio, neve, catene, fuochi accesi e la grande buca come un inferno dantesco... per intanto accontentatevi di questa versione più mediterranea, più facile da affrontare, ma non meno divertente. Questo raduno rappresenta una sorta di ritrovo preparatorio nel quale i "cacciatori di elefanti" hanno occasione di testare attrezzature e assetti di carico, ma soprattutto incontrarsi per scambiarsi le reciproche esperienze... ma anche per spassarsela in compagnia, più semplicemente. Siamo ormai alla ventiquattresima edizione.


 Ecco il Lupo, uno dei fedelissimi di questi eventi. Qualche anno fa se ne andava in giro con una pittoresca tuta di pelliccia e altrettanto pittoresca era la sua moto, dipinta e adornata ogni anno in modo diverso. Oggi è un padre di famiglia che si presenta con un aspetto sicuramente più sobrio ma non ha perso un briciolo della sua passione.
Il Lupo e Fil

Anche la moto oggi è tutta originale... chi direbbe che ci ha fatto venti Elefanti?


Questo è il nostro piccolo accampamento... il venerdì siamo stati tra i primi ad arrivare.


Caldarroste per tutti, offerte dall'organizzazione


Il sabato mattina viene organizzato un bellissimo motogiro, con visita a un'antica villa romana e sosta aperitivo.
Queste foto sono state scattate dall'amico Wizz, grande mototurista e fotografo ufficiale dei Winterbikers (a proposito: vi invito tutti a visitare la sua pagina FB "In Wiaggio by Wizz")
 



Quest'uomo invece si fa chiamare Pecora ed è stato il mio salvatore.

Mi è successo di rompere il cavo frizione del mio CB rientrando proprio dal motogiro, e grazie al suo intevento il guasto è stato riparato al volo.
Anche il Pecora è un veterano di raduni invernali.


Pranzo con grigliata all'aperto.
 

Nel pomeriggio si tengono dei divertenti giochi di abilità: ecco la gara di lentezza.
 
  Intanto ci hanno raggionti diversi amici, e l'accampamento si è popolato da non esserci più quasi posto libero.



La serata del sabato è sempre piuttosto movimentata.





Per finire qualche considerazione: questo raduno non può sicuramente essere paragonato a un Elefantentreffen, ma rappresenta una buona occasione per chi vuole vivere alcuni aspetti dei raduni invernali e capire se possono piacergli. I vantaggi sono sicuramente le temperature non proibitive, la distanza relativamente breve (almeno per chi viene dal nord e centro Italia), le condizioni delle strade piuttosto buone. E poi si può contare su un'organizzazione davvero super, banchi gastronomici sempre aperti per sfamarsi, birra a fiumi e musica rock senza sosta nelle due serate di raduno. Lode dunque al motoclub Winterbikers di Faenza!

lunedì 9 marzo 2015

Gennaio 2015: Motopancetta al passo della Colla

Mi sono accorta che è da novembre che non scrivo nulla sul blog, e chi non mi conosce bene potrebbe pensare che in tutto questo tempo la moto è stata ferma sotto un telo e me la sono scordata del tutto. Invece non è così, perchè a dispetto delle temperature gelide e del maltempo la pratica motociclistica è proseguita  con una certa regolarità. Nei prossimi giorni perciò cercherò di recuperare gli arretrati, col racconto dei primi raduni di questo 2015 appena iniziato, ma già piuttosto denso di eventi motociclistici.

Queste che seguono sono immagini dal raduno della Motopancetta, ai primi di gennaio, al passo della Colla (non lontano da Firenze), con il quale si apre tradizionalmente il calendario motociclistico.


Aveva nevicato abbondantemente nelle settimane precedenti, ed era ancora piuttosto freddo, ma c'era un bel sole che rendeva tutto decisamente gradevole. La pertecipazione di moto, soprattutto da Toscana, emilia e Romagna era piuttosto nutrita.




 Gli organizzatori sono stati molto bravi: un'offerta libera, e si ha l'accesso a una colazione abbondantissima a base di uova e pancetta cucinate al momento.


E se si ha ancora fame c'è la possibilità di farsi una grigliatina di rinforzo.


Ospite d'onore il mio amico Wizz, appena tornato dal viaggetto di Capodanno nei paesi baltici (in moto, naturalmente).

Mentre rientravamo, antrando in autostrada a Barberino del Mugello notavo la coda interminabile di auto in uscita, dirette presumibilmente al vicino distretto outlet: era il primo giorno di saldi! Devo dire che non li ho invidiati nenache un po'.

sabato 8 novembre 2014

Storie di motocicliste: Miriam Orlandi “quella delle Americhe”



Ho conosciuto finalmente Miriam quest’anno dopo una vita che ne sentivo parlare. È una donna dall’aria tipicamente mediterranea: mora, formosa, con occhi neri intensi e appassionati. Veste in modo poco convenzionale: un casual comodo indice del suo lato profondamente pratico, ma vivacizzato con accessori etnici coloratissimi, che rivelano il suo spirito d’avventura e il suo amore per le culture lontane.  In due parole: una grande sognatrice... ma coi piedi ben piantati per terra.

 
Io e Miriam all'EICMA 2014

Di mestiere fa la fisioterapista, e ha due grandi passioni: la moto, che guida da quando aveva vent’anni, e l’escursionismo.
Nell’ottobre del 2008 accade che Miriam prende la sua moto, una vecchia BMW 100GS gialla e nera che lei chiama la Cocca, e la porta da Brescia a Genova, e la carica su una nave diretta in Argentina. Qualche settimana dopo parte anche lei. Nella valigia ha poche cose: tenda e sacco a pelo, quattro magliette, sei mutande, due pantaloni, un paio di stivali, un paio di sandali. E il casco da moto, naturalmente. Così inizia un’avventura straordinaria, da Buenos Aires alla Terra del Fuoco, e poi si fa per lungo tutto il continente: Cile, Perù, Paesi del centro America, e poi Messico, Stati Uniti, Canada, fino all’Alaska. 

L'incredibile viaggio di Miriam


Le strade che percorre non sono quelle più brevi, ma quelle “più interessanti”, spesso sterrate, spesso conducono a luoghi impervi. Non ha grandi sponsor alle spalle, né appoggi sicuri in loco su cui contare… e al momento della partenza non parlava bene neppure lo spagnolo. E non era neanche tanto sicura di farcela, perché l’impresa sembrava davvero titanica. 

Miriam con la Cocca

Il grande viaggio nei progetti doveva durare nove mesi, ma alla fine ce ne vogliono molti di più, ventitré addirittura. Questo perché come spesso accade nella vita non tutto va sempre come ci si apsetta. Ci sono stati degli imprevisti da superare, in genere legati a rotture meccaniche con lunghi mesi di attesa per avere i ricambi (eh, non è che quando rompi il cardano e sei dall’altra parte del mondo ne trovi subito uno pronto per rimpiazzarlo), ed effettuare le riparazioni. E in tutto questo tempo Miriam che fa? Semplicemente vive… si guarda intorno, gode dei luoghi in cui si trova in ogni particolare, incontra gente…  lavora come può, che si tratti di fare fisioterapia alle vecchiette del posto, o scattare foto per riviste locali. Insomma, non le considera affatto perdite di tempo, ma occasioni per scoprire cose nuove e vivere esperienze indimenticabili.
Al suo rientro, dopo quasi due anni vissuti in modo così folle e intenso, Miriam si sente quasi a disagio a rientrare nella vita normale. In fondo quella che noi chiamiamo "vita normale" le è sempre stata un po' stretta. Allora decide di condividere la sua esperienza con il prossimo, forse perché in questo modo è un po’ come riviverla, e continuare il viaggio in modo che non finisca mai. E allora ecco il suo sito www.ioparto.eu e soprattutto il suo libro Io parto, nel quale potrete trovare tutti i particolari di questa incredibile avventura, di cui io vi ho potuto dare solo qualche breve accenno.

martedì 21 ottobre 2014

Sant'Angelo in Vado - il raduno del tartufo

Eccomi di ritorno da un'altro dei miei raduni preferiti: a Sant'Angelo, nelle Marche, nel bel mezzo della fiera del tartufo. Stavolta è stato particolarmente arduo arrivarci visto che in diversi punti la strada era interrotta per frane, con complicate deviazioni. Comunque per ora di pranzo eravamo a piantare la tenda e a iscriverci.

 Il campo sportivo dedicato agli accampamenti è ancora vuoto quasi del tutto.



In paese però c'è già movimento, e un sacco di moto.




Sant'Angelo è la città del tartufo, e quasi ovunque ci sono queste insegne, simpatico omaggio ai cai cercatori.


Ecco le tazze commemorative, con le quali ci si presenta nelle cantine sociali dove saranno serviti aperitivi e rinfreschi:





Ma è ancora presto: le cantine aprono alle tre.. quindi ci mettiamo pazientemente ad aspettare.






Ma l'attesa non  vana: il Cipolla non delude mai! Vino rosso e bruschette piccanti a volontà:




E la carbonara era squisita!


In centro ci sono tante bancarelle


Osteria delle Donne di Tutulla



A pomeriggio inoltrato arrivano i nostri amici dal Veneto



Dopp la cena rientriamo all'accampamento e facciamo conoscenza coi nostri vicini di tenda abruzzesi, che hanno preparato un party con arrosticini.



Domenica mattina: peparazione dei bagagli e ultimo giro in paese.






Visitiamo i resti di un'antica dimora romana.








Una volta partiti avremmo voluto fare la strada della gola del Furlo, che ci avevano detto essere molto pittoresca, ma... indovinate un po'? la strada era bloccata per frana. Allora ci siamo consolati visitando una piccola chiesetta affrescata, e poi ci siamo separati dai veneti, riprendendo la strada di casa.