E dopo esserci lasciati
che preparavo i bagagli eccoci qua che ancora li disfo! È stato un week end
molto bello e molto intenso, motociclisticamente parlando, e pieno di
soddisfazioni, visto che con lo Stelvio avevo un conto aperto, che finalmente
sono riuscita a sistemare.
Di questo raduno si può
dire tutto il bene e tutto il male del mondo. Fa parte della categoria dei
raduni casinisti e fracassoni, dove si beve, si canta e si balla tutta notte e
non si dorme mai… anche se in verità almeno nelle ultime edizioni a una certa
ora della notte si impone il silenzio. Secondo me almeno una volta nella vita bisogna andarci se si vuole sapere com'è un motoraduno.
Questo tizio c'è tutti gli anni, con la sua "macchina del casino" auto-costruita:
Anticamente il raduno si svolgeva sul
passo, a 2800 metri, ma da molti anni la location si è spostata a valle, a
Sondalo, in un’area presso degli impianti sportivi (salvo una parentesi molto
discussa a Bormio 2000).
L’area è tagliata in due dal fiume Adda: da un lato il
raduno vero e proprio, con gli stand delle iscrizioni, quelli commerciali, il
tendone-ristorante, dove si servono cibo e bevande
Birra media e pizzoccheri |
Le caraffe colorate da collezione |
Poi c'è quello degli spettacoli
live (ci sono sempre varie band musicali che si esibiscono in serata).
Dall’altro
lato, separata da un ponticello di legno, l’area campeggio, immensa ma sempre
ben gremita, dove ciascuno può dare sfogo alla vena goliardica più sfrontata
ma anche organizzare cene con succulente grigliate e birra in abbondanza da
dividere in compagnia.
Quest’anno, come d’abitudine,
siamo partiti da Mantova nel pomeriggio del venerdì. Abbiamo fatto una strada
abbastanza diretta, da Brescia, a Edolo, e poi dal passo dell’Aprica, fino a
Tirano e infine a Sondalo. Le previsioni non erano delle migliori, e infatti
abbiamo fatto gran parte del viaggio sotto la pioggia. Ma a Sondalo il tempo
era asciutto, e così abbiamo potuto mettere la tenda e il resto dell’accampamento,
compreso il posto da tenere per Jo e Marika, due amici di Mantova che però
sarebbero arrivati sabato.
Il nostro accampamento |
Per adesso però eravamo
soli soletti, e allora ci siamo spostati al tendone delle birre, e poi in
quello della musica. Con mia grande sorpresa ho sentito delle note a me
familiari… c’era una band con un super-chitarrista di nome Andrea Braido che
suonava pezzi di Deep Purple, Led Zeppelin, Jimi Hendrix…. insomma tutti i miei
gruppi preferiti… e naturalmente siamo rimasti ad ascoltare fino a notte fonda.
Braidus Band
Nonostante le urla, le
sgasate e gli schiamazzi abbiamo dormito benissimo. Al mattino la giornata si
presentava abbastanza bella per salire su al passo.
Avevo detto che io con
lo Stelvio ho sempre un conto aperto… per chi non lo sapesse la strada che
porta in cima al passo è piuttosto stretta e con pendenze da paura. Dal lato di
Trafoi sono 48 tornanti, secchi secchi, angolatissimi e stretti.... Dal lato di
Bormio invece sono solo 36, ugualmente stretti e ripidi ma meno angolati, e più
o meno a metà c’è anche un lungo tratto di falsopiano dove si può tirare un po’
il fiato. In mezzo c’è il passo, con gli hotel, i bar, e i baracchini dei panini…
e la gente che ti attraversa la strada con gli sci in spalla perché ci sono
pure gli impianti di risalita.
La strada dello Stelvio vista dal passo |
E dopo la salita ci vuole un panino con la salsiccia |
La prima volta che
affrontai lo Stelvio, nel 2010, non ricordo particolari patemi, e anzi il
giorno dopo ci tornai e scesi dal lato di Trafoi in scioltezza.
L’anno seguente invece
non ero decisamente dell’umore giusto. Mentre salivo da Tirano a Bormio accadde
inspiegabilmente che la mia moto si spense e poi per un po’ non voleva saperne
di ripartire, cosa che non era successa mai… come se lassù proprio non ci
volesse andare. Arrivai in cima col mal di pancia e la testa che mi girava,
dopo una salita che pareva un cammino penitenziale.
Nel 2012, con la nuova moto, la Suzuki SV,
la salita andò un po’ meglio, ma scendendo dal lato difficile finii per terra: si ruppe una leva e tutto l’entusiasmo che avevo dentro.
Nel 2013 al passo
nevicava di brutto, e non c’erano le condizioni di spirito giuste per la
rivincita, e mi accontentai di un passaggio sulla Bandita.
Quest’anno mi ero
presentata con la mia vecchia moto, il CB 500, perché con quella sento di avere
maggiore feeling. Le previsioni incerte avevano scoraggiato molti, e quello per
me era un grosso vantaggio psicologico, perché mancava il solito frenetico via
vai, e si andava più tranquilli. Passati i due tornantoni subito fuori Bormio
ho capito che andava tutto per il meglio, perché le traiettorie le prendevo
tutte giuste, e anche su quelli più stretti non avevo allargato di un
centimetro dalla mezzeria. E una volta in cima ragionavo tra me e me: che
abbiano abbassato un po’ i tornanti?
Insomma, dopo tanti anni
sentivo di aver fatto pace col gigante tortuoso.
E per finire in bellezza
una volta a Bormio abbiamo fatto rotta per Livigno per fare il pieno oltre
dogana, ma soprattutto per fare il passo del Foscagno, che invece è tutto a
curvone belle larghe ed è goduriosissimo.
Tornati a Sondalo
abbiamo girovagato un po’ per gli stand del raduno. Le principali Case
produttrici avevano organizzato dei demo-ride con vari modelli da testare, e
Filippo era molto incuriosito dalla nuova V-Strom 1000.
Suzuki V-Strom 1000 |
Così abbiamo deciso di partecipare,
e io avrei guidato invece la Gladius.
Suzuki Gladius 650 |
Il demo-ride è un giro di prova che si
svolge con un piccolo gruppo di 5-6 moto, con davanti un addetto della Suzuki
che conduce attraverso un percorso stradale di una ventina di km circa. È stato
divertente, a Filippo il V-Strom è piaciuto moltissimo, e anche io devo dire ho
apprezzato la Gladius, della quale avevo sentito tutto il male possibile. Invece
è una moto molto valida, il motore è quello fantastico della mia SV, ma un po’ ingentilito,
meno brusco e bizzoso, il che soprattutto per chi inizia (visto che viene
venduta come entry level) non è male. Peccato per l’assoluta mancanza di
protezione dall’aria, una semicarena o anche la possibilità di mettere un
cupolino un po’ consistente non sarebbe stata male.
Alla fine per tutti i
partecipanti del demo-ride Suzuki regalava delle simpatiche magliette.
La sera arrivavano anche
Marika e Jo a farci compagnia.
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