Quando una ragazza apparentemente normale manifesta il
desiderio di divenire motociclista attorno a lei si scatena l’inferno. Passi pure
per lo scooter, che pur sempre offre il vantaggio di non fare le code in centro
e quando si va in spiaggia, ma una vera moto, di quelle che si guidano
salendoci a cavalcioni, no davvero, quella è assolutamente fuori luogo.
Girls on bikes
La prima cosa che ci si sente dire di solito è: ma sei
matta? È pericolosissima! Cui in genere segue una litania più o meno lunga di
incidenti e menomazioni occorse a parenti/amici/conoscenti o nella maggior
parte dei casi sconosciuti di cui si è letto sul giornale.
Ok, la moto è pericolosa. Oggettivamente è un po’ più
pericolosa di un’auto (ma non di uno scooter). Ma ci sono anche altre cose
pericolose a questo mondo che sono assolutamente comuni e non scatenano
reazioni così violente. È pericoloso sciare, fare escursionismo ad alta quota,
o paracadutismo, è pericoloso fumare, e sono pericolosi tanti sport
apparentemente tranquilli. I ragazzini che giocano a calcio si rompono più
spesso ossa e legamenti dei loro coetanei che fanno motocross. Ed è pericoloso
anche stare in casa a far faccende domestiche, ma nessuno dice a una che vuol
fare la casalinga: guarda che è pericoloso, lascia perdere (forse perché gli
incidenti tra le mura domestiche che pure sono frequentissimi e lasciano anche
gravi conseguenze in genere non godono mai di grande rilievo su stampa e tv).
Io ricordo di aver sentito da varie bocche le seguenti obiezioni
(una più assurda dell’altra):
la moto è scomoda;
e se piove come fai?
ma come fai a guidarla se non sei capace?
e se quando ci sali sopra hai paura?
ma come fai poi a
mantenere la macchina e anche la moto?
e se cadi?
questa forse la più antipatica: sei troppo vecchia per
imparare.
Erano obiezioni che venivano in gran parte da gente che le
moto le conosceva per sentito dire, ed erano abbastanza facili da smontare una
per una.
La moto è scomoda: bè, se chi me lo dice è abituata a
zampettare tutto il giorno su tacco dodici la risposta se la può dare da sola. Comunque
la moto è scomoda solo se ci vuoi fare le cose che normalmente faresti con l’auto:
fare la spesa, accompagnare tua sorella in aeroporto, traslocare da una casa
all’altra e simili. D’altra parte ci sono delle circostanze quotidiane in cui invece
risulta comodissima, tipo quando sei in ritardo al lavoro e c’è coda in
tangenziale, o quando vuoi andare in centro senza impazzire per il parcheggio. Ma
le occasioni d’uso in cui la moto dà il meglio di sé sono ben altre.
Momentumblog
E se piove come fai? Bè, la risposta più ovvia sarebbe: mica
uno è obbligato a uscire in moto sotto la pioggia. Ma sarebbe troppo facile, e
poi il meteo non si può sempre prevedere in anticipo, e può capitare che la
pioggia si presenti inattesa. Ma per quello c’è l’abbigliamento adeguato.
Ma come fai a guidarla se non sei capace? E tu che guidi l’auto
senza esserne capace, come fai? Questa sarebbe la risposta più cattiva ma anche
la più logica a una domanda talmente sciocca da non meritarne alcuna. È ovvio
che da qualche parte bisogna pur cominciare, ed è ovvio che chi sale in moto
per la prima volta non può essere già capace di guidarla, a meno che non sia
nato con la moto sotto il culo. Ma Valentino a parte, in genere nessuno nasce
con la moto sotto il culo.
E se quando ci sali sopra hai paura? Altra obiezione priva
di senso. Si può sempre aspettare che la
paura passi. Ma chi ha veramente paura di stare sopra una moto in genere non
arriva mai a salirci, e tantomeno a desiderare di guidarla.
Ma come fai a
mantenere la macchina e anche la moto? Questa tra le varie obiezioni è di gran
lunga la più razionale. La moto è un impegno economico piuttosto gravoso, e non
tanto per l’acquisto del veicolo in sé (la mia moto attuale Indian Summer mi è
costata meno di una borsetta di Prada), ma per le spese di contorno che l’attività
motociclistica comporta: assicurazione, bollo, un equipaggiamento adeguato
(casco, giacca, guanti e anche paraschiena solo per iniziare, e poi pantaloni,
stivali, completo antipioggia…), le gomme da cambiare periodicamente, un
tagliando almeno una volta l’anno, e naturalmente la benzina! E tutto ciò
comporta un certo esborso periodico di denaro. Si potrebbe anche dire: rinuncio
all’auto, ma nella pratica dei fatti sono in pochi a poterselo permettere (in
genere persone che all’occorrenza possono contare su un’altra auto che non è la
propria). E allora? Bè, io ce l’ho sempre fatta, e vivevo sola e avevo pure un
mutuo da pagare. Il mio segreto è che non ho altri vizi. Non bevo, non fumo, e
non faccio tanta vita mondana. Per vestirmi spendo lo stretto indispensabile per
avere sempre un’aria dignitosa in tutte le circostanze, ma non mi rifaccio il
guardaroba ex novo a ogni cambio di stagione. Cambio i cellulari quando proprio
non vanno più e li scelgo col criterio della massima parsimonia. Ho un’utilitaria
vecchiotta e con tanti km, ma che fa ancora bene il suo lavoro. Amo viaggiare,
ma cerco di farlo in stile low cost. E da quando ho la moto quasi tutti i miei
viaggi li faccio con quella.
E se cadi? Fermo restando che si preferirebbe sempre non cadere,
la risposta giusta è solo una: se cado mi rialzo. Le cadute fanno purtroppo
parte del processo di apprendimento, bisogna esservi preparati, e senza
demoralizzarsi prenderle come un’occasione per capire i propri errori e
imparare a evitarli.
Sei troppo vecchia per imparare. Bè, mica c’è un’età massima
per iniziare. Ho conosciuto moltissime persone che hanno scoperto tardi questa
passione, a trenta, trentacinque anni, o anche quaranta e più, e hanno imparato
lo stesso. Che male c’è a iniziare all’età in cui la maggior parte invece
smette? È vero che ho iniziato tardi, ma vi assicuro che il tempo perduto l’ho
recuperato in fretta e con gli interessi.
Insomma, di tutte le ragioni contro che mi si ponevano non
ne ho trovata una sola che mi fosse seriamente d’ostacolo. Eppure anche le
ragioni contro hanno un loro perché. Sono la voce dell’”advocatus diaboli” che
si deve vincere prima di intraprendere questo percorso. Sì, perché la moto non
è una cosa per tutti. E non c’è nulla di male se qualcuno effettivamente
riconosce che non è cosa adatta a lui/lei. Chi la sceglie (a maggior ragione se
è una donna, e non perché in quanto donna non vi sarebbe portata, ma perché per
lei si tratta in genere di un mondo
completamente nuovo e ignoto) deve avere alle spalle motivazioni fortissime che
spingono. E allora ben vengano le ragioni contro, che per ciascuna di esse si
potrà trovare una ragione pro che sia più forte e la spazzi via.
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