Questo è un
post dedicato alle donne, ma non alle donne motocicliste. Anzi, è dedicato a
quelle donne che le moto non le sopportano e non le vorrebbero neppure vedere, ma
loro malgrado gli tocca in qualche modo conviverci, a distanza, ma subendone la
presenza.
Quelle donne
che sulla moto non ci salgono, o per scelta personale, perché hanno paura, o
semplicemente perché a loro non piace, o per scelta altrui, quando si tratta di
uomini il cui stile di guida è incompatibile con la presenza di un passeggero
(cosa che si può considerare censurabile, ma che non si può ignorare).
Quelle donne
che attendono per cinque giorni che arrivi il fine settimana, sperando nel bel
tempo, per poter passare un po’ di tempo col loro uomo, passeggiare, fare
shopping, visitare insieme qualche luogo
romantico… e invece il sabato mattina lo trovano che si sta infilando la tuta e
gli stivali e si sentono dire: oggi mi trovo con Tizio e Caio, andiamo sui passi
a far due pieghe, non mi aspettare per pranzo… e sbattono perplesse gli
occhioni e realizzano dopo un po’: ma le pieghe di cui parla… non sono quelle
che si fanno dal parrucchiere!
E che ci
restano male quando lui parla della moto chiamandola: la mia bimba, la mia
piccola, il mio amore, e tutto festoso spende carrette di soldi per comprarsi
scarichi fracassoni e paccottiglia in carbonio, mentre a loro per il compleanno
ha regalato un foulard di Zara da venti euro.
Una donna che
si sente trascurata può sviluppare sentimenti negativi: depressione, rabbia,
desidero di rivalsa. Può sentirsi non abbastanza amata o non abbastanza
desiderata. Può arrivare al punto di aver bisogno di una conferma “forte” di
essere ancora lei il punto di riferimento per il suo uomo. Può arrivare il
giorno in cui lei gli pone il fatidico dilemma: scegli. O me o la moto. E si
tratta quasi sempre un giorno orribile per entrambi.
Care ragazze
che odiate le moto, da donna motociclista vi dico che posso capire il vostro
disagio, e vi sono vicina. È brutto quando la persona che amiamo vive gran
parte della sua vita immersa in un mondo che ci è estraneo e non ci attira più
di tanto. Può essere la moto… ma anche il calcio, il paracadutismo, la musica,
o le cocorite (sì, conosco una donna il cui marito è appassionatissimo di
cocorite, al punto da averla resa in passato piuttosto insofferente). Ma ricordate:
coi ricatti non si va lontano davvero. Il ricatto è l’arma di una persona debole,
che si gioca questa carta perché evidentemente sente di non averne molte altre
a disposizione. Se vi mostrate deboli sarete trattate da persone deboli. Infatti
nel novanta per cento dei casi un uomo messo di fronte al bivio sceglierà la
moto (o la cosa che vi corrisponde). E non perché vi ami meno di quanto ami la
moto. Ma perché piegandosi mostrerebbe a sua volta debolezza. Non può mostrarsi
più debole di voi. Come farà poi ad assistervi e proteggervi se è debole? E quei
pochi uomini che invece cederanno lo faranno molto malvolentieri, e in seguito
saranno sempre accompagnati da un senso di frustrazione e di rabbia repressa
nei vostri confronti. Saranno sempre pronti a rinfacciarvi la rinuncia che gli
avete imposto. Credete che sia piacevole vivere con un frustrato? Io vi dico
che non lo è affatto.
E allora non
siate donne deboli, siate donne forti! Non dico che dobbiate farvi piacere una
cosa che proprio non vi va giù, perché capisco benissimo che il mondo delle
moto, meraviglioso per chi lo vive con passione, a chi la passione non ce l’ha
appaia lontano e per nulla appetibile.
Ma una donna
forte ne ha di risorse alternative di cui riempirsi la vita! Non è che se si
sta assieme si debbano fare necessariamente le stesse cose. Lasciate all’uomo i
suoi spazi, e trovatene altri da tenervi tutti per voi. Ci sono un sacco di
cose che una donna in gamba può fare mentre il suo uomo è intento a smotazzare sui colli, che
possono piacerle e darle soddisfazione. Può facilmente trovare una passione
diversa, che le prenda il cuore, e le faccia vivere momenti indimenticabili
anche da sola. Quale non lo devo dire io: può essere l’arte, la musica, la
danza, lo sport… a seconda delle inclinazioni personali di ciascuna. Può
approfittare dei week end da “vedova bianca” per vedere le amiche, e fare
shopping assieme (lo shopping in compagnia di un uomo è di solito cosa
piuttosto penosa a vedersi), andare a prendere l’aperitivo in un locale chic (se
le piacciono i locali chic e magari lui non ce la porta mai), può prendersi dei
giorni per viaggiare per conto suo e visitare posti che ha sempre sognato…
Se siete
mamme potete inventarvi qualcosa di divertente da fare assieme ai vostri figli. Portateli
in giro in bicicletta, o a camminare in montagna, o al parco divertimenti. E poi
la sera tutti insieme raccontate al loro padre come avete passato la giornata:
si sentirà felice per il fatto che siete stati bene, e chissà che non gli
prenda perfino una punta d’invidia. E anche se non rinuncerà alle uscite in
moto può anche darsi che una volta di tanto in tanto finisca per preferire la
vostra compagnia. E lo farà perché vorrà farlo, non perché gli è stato imposto.
E quelle che “non
voglio che il mio uomo vada via in moto perché ne approfitterebbe per mettermi
le corna”? Dopo quello che ho scritto qualche tempo fa sulla carica sexy delle
donne motocicliste poi il timore potrebbe essere giustificato. Ma se anche
fosse non è facendogli rinunciare alla moto che si risolverebbe il problema. Ricordatevi
che chi nasce tondo non muore quadrato. Se un uomo può tradire la sua donna con
una motociclista lo può fare anche con una non motociclista. Se temete l’infedeltà
di un uomo non credete che standogli appiccicate giorno e notte lo guarirete
dal suo vizio. Se poi convenga tenersi o no l’uomo fedifrago e a che condizioni è
un altro paio di maniche, e non ne tratterò in questa sede.
Ci sono poi
dei casi, a dire il vero rarissimi, in cui l’uomo motociclista è veramente un
fetentone egoista e meschino, che mette sopra di tutto sé stesso e i suoi
interessi personali, che se ne frega di tutto il resto, che trascura davvero la
sua compagna, non l’ascolta, non s’interessa ai suoi problemi e invece la
sottopone a continue umiliazioni e le manca di rispetto. Ebbene, anche (o
soprattutto) in quei casi il ricatto non servirà a nulla. Al massimo a farvi
ricevere l’ennesimo schiaffo in faccia di cui proprio non avete bisogno. Piuttosto girate i tacchi e andate più lontano
che potete. E senza voltarvi indietro. Non temete la solitudine, perché in
quella c’è pur sempre dignità, e perché la compagnia di un pessimo uomo è molto
peggio. Tra l’altro è anche l’unico modo per trovarne uno migliore che vi
tratti come realmente meritate. E soprattutto non date la colpa alla moto, che
alla fine è solo un oggetto inanimato, e un oggetto colpe non ne può avere.
Molti si
chiederanno se il discorso vale anche a parti invertite, ovvero quando è l’uomo
a mettere alle strette la compagna motociclista con la drammatica scelta. Ma questo
nella realtà non accade quasi mai. Un po’ perché numericamente sono molto più
numerosi i motociclisti maschi delle femmine (tanto più che per la maggior
parte le motocicliste femmine stanno con un motociclista maschio). Ma anche in
quei rari casi difficilmente un uomo arriverà a porre esplicitamente il
dilemma: o me o la moto. Semplicemente se all’uomo la moto proprio non piace non
si metterà con una motociclista. Gli uomini ragionano in modo più semplice. A
volte dovremmo imparare da loro.
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