giovedì 29 maggio 2014

Aiuto: devo comprare tutto!


Si diceva che quando si sceglie di diventare motociclisti questo comporta dei costi economici che non si esauriscono nell’acquisto della moto. Chi già andava da passeggera o aveva almeno lo scooter avrà almeno un casco, e forse qualche indumento dedicato. Chi è principiante assoluta delle due ruote, se all’inizio può non porsi il problema, presto di solito si rende conto che deve procedere con urgenza a una quantità di acquisti da panico! Guidare in città uno scooter che pesa 100 chili e raramente supera i 50 all’ora e guidare una moto che pesa il doppio e può toccare i 200 (come qualsiasi naked “media” oggi considerata a torto o a ragione moto “da principiante”) non è esattamente la stessa cosa. Innanzitutto per una questione (ovviamente) di sicurezza (per quanto un impatto in scooter a 50 all’ora possa portare conseguenze molto più devastanti di quanto comunemente si crede). 

Immagine di un'abrasione da asfalto - da sicurmoto.it

Quando si va in moto ogni centimetro di pelle dovrebbe essere coperto. Lo spettacolo di centauri in tenuta balneare con tanto di ciabatte ai piedi ci è purtroppo assai familiare, per non parlare di passeggere abbigliate come cubiste solo perchè "tanto stanno dietro" (come se a cadere dal sellino posteriore ci si facesse meno male). Cadute e abrasioni a parte, avete idea di che cosa significa sentirsi arrivare addosso sulla pelle nuda un piccolo sassolino quando si è in velocità? Può avere quasi l'effetto di una pallottola. Per non parlare poi delle punture di insetti.  
Ma l'abbigliamento tecnico è anche una questione di praticità: con l’abbigliamento adeguato si sta anche più comodi e si guida meglio. Guidare a mani nude può lasciare apparentemente maggiore sensibilità ai comandi, ma l’aria fredda che ti arriva sulle nocche già a mezza stagione è fastidiosa e fa screpolare tutta la pelle. Un pantalone jeans sembrerà comodo, ma dopo che hai provato un capo tecnico in pelle o anche in cordura capisci che il cotone rigido che tira sulle chiappe non è proprio il massimo. E uno stivale tecnico permette di appoggiare il piede a terra con molta più sicurezza di una scarpa da ginnastica o di una DocMartens che tra l’altro ha la suola liscia liscia (non fraintendete: le DocMartens sono le mie scarpe preferite quando non sono in moto).

Quando si porta (o ci si fa portare) a casa la moto in genere ci si rende conto quasi subito che ci manca un sacco di roba a cui non avevamo pensato. Una sessione di moto shopping è d’obbligo… e una piccola crisi di sconforto è dietro l’angolo. Ma se compro tutto mi costa una barca di soldi… come se non già non fosse stato un salasso per comprare la moto e assicurarla! E poi che cosa comprare? Casco integrale o va bene anche quello aperto? Giacca e pantaloni o meglio la tuta in pelle? Oppure quei jeans che sembrano normali ma hanno le protezioni sulle ginocchia? E il paraschiena serve davvero, anche se all’inizio vado piano piano? E gli stivali non mi faranno cuocere il piedino d’estate? Quanti dubbi! Bè, la cosa più logica è procedere con gli acquisti un po’ per volta, partendo da ciò che è indispensabile, e cercando di capire man mano con che cosa ci si potrebbe trovare meglio. Io ho fatto così… e non è che non abbia fatto degli errori nella scelta. Se tornassi indietro alcune cose le ricomprerei, altre, col senno di poi, invece no.

Cominciamo dal primo pezzo necessario, che è anche l’unico obbligatorio per legge: il casco.
Io avevo già acquistato il mio casco anni prima della moto. Un integrale ovviamente. Mi pareva la scelta più sensata: visto che serve a proteggere la testa non ha senso che la protegga solo a metà. Di Nolan, molto particolare perché aveva una grafica ispirata all’Uomo Ragno. 


Dopotutto mi tornava utile se qualche motociclista mi invitava a fare un giro.
Però quando cominciai a fare i primi giretti per mio conto con la moto nuova capii presto che quel casco non andava affatto bene. La taglia non era giusta, gli interni avevano un po’ ceduto e mi stava largo da morire, e addirittura tendeva a scivolarmi sugli occhi. Tipico errore che fa chi si prova un casco per la prima volta, e non sa come davvero deve stare. Quindi tutto da rifare, lungo giro di negozi e alla fine acquisto del mio meraviglioso X-lite 601. 




Stavolta non badai troppo alla grafica accattivante (e infatti lo presi nero opaco), ma piuttosto alla giustezza della taglia (deve andare un pelino stretto da nuovo, e calcare un po’ sulle guance cosa che prima non sapevo), e al confort della calzata, provando almeno una decina di modelli di marche diverse prima di decidermi. Quel casco poi fece una brutta fine, dentro una scarpata, a causa di una violenta raffica di vento che buttò a terra la moto in Croazia… ma questa è un’altra storia.

Dopo il casco le prime cose che acquistai furono una giacca e un paio di guanti. La giacca la scelsi in cordura, di color nero, di taglio turistico con tante tasche.



 Oggi mi va un po’ strettina, e faticherei a metterci sotto il paraschiena, e per questo ho smesso di usarla. 

I guanti erano in pelle, di Spidi, un po’ sportivetti, traforati sulle dita. 


Le prime guide coi guanti furono un po’ traumatiche perché mi sembrava di non avere più sensibilità ai comandi… ma ci misi pochi giorni a farci l’abitudine. Oggi senza guanti quasi non faccio neanche le manovre.

Ecco: casco, giacca e guanti, per i primi tempi mi pareva potesse bastare. Andai in giro così per un paio di mesi, fino alla sosta invernale. Al resto ci avrei pensato dopo.
Quell’inverno fu piuttosto freddo e piovoso, e nelle lunghe giornate senza moto passavo il tempo a studiare come completare il mio equipaggiamento in modo da essere pronta per il risveglio primaverile. Mi serviva un paraschiena. La schiena è l’unica cosa, assieme alla testa, che se si rompe proprio non si ripara. Meglio tenerla un po’ da conto. E paraschiena fu, di livello due, per far le cose per bene. 




E poi un paio di pantaloni. In cordura, con la membrana impermeabile, e la foderina termica staccabile, così da usarli in estate e in inverno.



 E poi le scarpe. Scarpe o stivali? Mi lasciai convincere che erano meglio le scarpe, perché le avrei sfruttate di più. 


Ma fu un errore, perché con gli stivali il grado di comodità sarebbe stato lo stesso, ma avrei guadagnato in impermeabilità alla pioggia e soprattutto in protettività… (e qualche mese dopo me li comprai lo stesso).


E poi a marzo arrivò la primavera e il mio compleanno, e volli festeggiare la prima uscita in moto con un regalo molto speciale. Mi comprai un giubbino in pelle davvero super. Tutti sanno che la pelle è migliore della cordura nella resistenza all’abrasione. Ma c’era di più. La giacca in tessuto era ok, ma la pelle era una cosa speciale da sentirsi addosso, mi faceva sentire bene… come la motociclista che volevo essere.




Negli anni seguenti il mio guardaroba “da moto” è aumentato sempre di più… non dico che sono arrivata ad avere più capi “da moto” che normali… ma ci sono andata assai vicino. D’altra parte gran parte del tempo libero lo passavo in moto, e allora anche il target del mio shopping andava in quella direzione. Oggi forse comprerei di meno, e farei acquisti più mirati. Ma non è un male avere qualche cosa in più. Può sempre capitare di prestare qualcosa a un’amica che fa occasionalmente da passeggera, o a una nuova motociclista che ancora non ha nulla. Dopotutto è vero che per troppo tempo me ne sono andata in giro con solo il casco in testa, e talvolta 100 e più cavalli sotto il culo. Allora non mi ponevo troppi problemi, ma adesso mi vengono i brividi a pensarci.

Nessun commento:

Posta un commento